martedì 21 luglio 2015

Riflessioni random: le convention

Tempo fa avevo toccato già questo argomento, le convention, parlandone in linea generale e tessendone le lodi come manifestazioni di aggregazione di fan e come fantastica occasione per incontrare gli attori di serie tv e/o film preferiti.



Complice sicuramente il grandissimo successo delle convention Jus in Bello e Love&Blood (Fantasy Events), negli ultimi anni c'è stata un'esplosione di tentativi di convention puntualmente falliti.
Negli ultimi mesi, poi, questa escalation ha raggiunto picchi imbarazzanti, dire che viene segnalata una cancellazione a settimana è quasi realistico.


Partiamo dal presupposto che l'idea di mettere in piedi degli eventi simili in un paese come il nostro in cui scarseggiano è molto bella ed ammirevole, sarebbe davvero fantastico avere una rosa di manifestazioni tale da poter scegliere e non dover necessariamente espatriare per partecipare ad una con sulla nostra serie preferita, infatti le serie tv coinvolte sono le più disparate; non mi metto a fare elenchi perché a) potrei ometterne qualcuna b) voglio essere più generica possibile, anche se certi riferimenti saranno inevitabili.

Il problema si presenta quando c'è da concretizzare questa idea. E datemi pure dell'acida cinica, ma non basta essere fan di X per ritenersi all'altezza di organizzare una convention.
Sì, d'accordo, la passione è un ingrediente fondamentale, ma non basta quella. Non basta riternersi fan numero uno di tal cosa per essere in grado di tirare su un baraccone del genere.

Mi metto nella posizione della presuntuosa per un momento: ho tre anni di esperienza nel settore dell'Event Management, ho lavorato per tipologie più disparate di eventi (dal convegno medico al Dog Day, dalla fiera alla sfilata di piazza) e in posti totalmente diversi come Roma e Parma quindi credo di saperne un pochetto (un master non basta, devi esserti sporcato le mani almeno un minimo, per capire come funziona tutto l'amba aradam).

Da come sono andate le cose, credo di poter catalogare questi fallimenti in due categorie:
la prima e fortunatamente quella più rara è: truffa bella e buona, la seconda è l'illusione di organizzare una con così poi vado a cena con il mio attore preferito senza spendere una lira.

Per quanto riguarda la prima categoria, la situazione si semplifica così: ora va di moda fare convention, metto su una pagina Facebook, un sitarello (magari anche fatto coi piedi), inizio a vendere pass millantando ospiti di grosso calibro e poi a pochi giorni dall'evento sparisco nel nulla coi soldi dei poveri fessi che mi hanno dato fiducia. Galera e lavori forzati a vita a questa gente, ma seriamente.

La seconda categoria è un po' più complessa e sicuramente quella più numerosa.
Mi sono fatta questa idea e sarà difficile che qualcuno me la faccia cambiare: gruppi di amici fan di serie X si alzano una mattina e dicono: facciamo una con su X, tanto cosa ci vuole? Istituire un'associazione culturale è semplice, i soldi ce li mettono i partecipanti, un paio di mail e telefonate e abbiamo location e attori e magari ci facciamo pure un po' di cresta con le quote dei pass, oltre che stare a stretto contatto con Tizio e Caio per 3/4 giorni completamente a gratis.
Peccato che le cose non funzionino in questo modo.

Purtroppo in Italia c'è una concezione dell'evento molto semplicistico: si pensa che tutto funzioni come organizzare la festa di compleanno in casa, dove basta fare un paio di telefonate e comprare 4 pacchi di patatine e mettere su un po' di musica affinché vada tutto bene (e anche in questo caso avrei da ridire, se vuoi che la tua festa spacchi devi tener conto di mille variabili ed opzioni). E invece no, non va affatto così. In nessun caso e in nessun ambito, specialmente quando l'evento è a pagamento.
Permessi, contratti, clausule, assicurazioni, bilanci, spese, acconti, cauzioni e chi più ne ha più ne metta.
Organizzare la sagra della porchetta, la convention di Vattelappesca o l'assemblea nazionale annuale di Confindustria ha degli schemi, ha delle procedure, ha tutta una serie di complicazioni o meno che non vanno prese sotto gamba. Non deve esistere l'imprevisto oppure "Ops, mi sono fatto i conti male."
Pensare di essere in grado di organizzare una con solo avendo come fondamenta l'essere grandi fan è irrispettoso di chi, questo, lo fa di mestiere e, perché no, di tutto un fandom (organizzare una con non ti rende più fan di un altro).

Bisogna avere innanzitutto le competenze: problemi solving, marketing, contabilità, fund raising e quant'altro.
Ma soprattutto ci vogliono dei fondi di partenza, quale organizzatore SERIO si sognerebbe mai di mettere in piedi qualsiasi cosa senza avere un euro di partenza? Come puoi pretendere di pagare attori A-List con un pass da 150€?
Se compro il biglietto di un concerto e poi questo viene annullato, la quota che ho versato mi viene restituita tutta perché il torto non è il mio, di acquirente, ma tuo di organizzatore che per qualsivoglia motivo hai dovuto far saltare tutto e quindi ti prendi gli oneri della situazione.
Non esiste in nessun caso che io paghi per un servizio che non mi verrà dato, l'economia non funziona così e ve lo dice una che di economia non ci capisce un accidenti.
Se poi la gente ti dà del truffatore o sporge denuncia, ragazzo mio, te la sei cercata.

Quante volte ho sognato di mettere in piedi un evento del genere? Voi non ne avete neanche la minima idea, eppure da persona con un minimo di sale in zucca (ed è tutto dire, da una come me), mi sono sempre resa conto che non posso permettermelo, che mi mancano determinati requisiti economici per poterlo fare. Ci rendiamo conto, vero, che ragionando come si sta facendo, allora tutti potrebbero organizzare con?
Cosa ne direste se domani apro una pagina su FB e vi dico che organizzo la prima Avengers Con in Italia e vi porto Robert Downey Jr., Chris Evans, Scarlett Johansson e Chris Hemsworth? Qui tutti a strapparsi i capelli e comprare pass, tanto poi quando mi rendo conto che non c'ho i soldi annullo tutto e me ne vado in vacanza con la metà di quelli che la gente mi ha versato, tanto poi in bilancio metto anche le spese dei fazzoletti di carta che ho usato per soffiarmi il naso mentre lavoravo alla con.

Non dico che di con non se ne debbano fare, dico solo che bisogna pensarci mille volte prima di spingersi troppo oltre e i calcoli coi soldi (soprattutto degli altri) bisogna farli prima non quando la frittata è stata già fatta. Per credibilità dell'organizzazione, per non fare figure meschine con attori di fama internazionale (poi non lamentiamoci se mezzo mondo ci percula, eh) e per avere rispetto di chi ripone fiducia e soldi in questa organizzazione.

Vi lascio il pensiero di Daniela Chiusa (organizzatrice di JIB), che sicuramente è stata molto più brava e chiara di me nello spiegarsi.

E ricordiamoci che, per fortuna, di realtà serie anche in Italia ne esistono. Poche ma ci sono:

JIB

Fantasy Events

Sticcon

Deep Space One

Si può imparare molto da loro.








8 commenti:

  1. Oltre ai tre nomi "seri" indicati (JIB, Fantasy Events e Sticcon) ce n'è un quarto: Deep Space One, che organizza la Deepcon di Fiuggi da quindici anni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la segnalazione Carlo, provvedo immediatamente ad inserirla.

      Elimina
    2. Grazie Carlo per averci segnalato. Grazie Shin* per averci incluso.

      Elimina
    3. Di nulla Stefano, mi sembrava doveroso.

      Elimina
  2. hai pienamente ragione! Ci sono tantissime convention alle quali vorrei partecipare eppure non riesco a fidarmi! Ho partecipato a una della Fantasy Events e con loro tornerei tranquillamente, ma per il resto (oltre alla Jib) mi viene proprio difficile fidarmi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una pagina Facebook non basta a rendere credibile un'associazione.
      Io di Fantasy Events ho avuto fiducia dal primo minuto, infatti ho partecipato alle loro prime due convention di Twilight, ma di tutte 'ste con che spuntano come funghi lasciano il tempo che trovano.

      Elimina
    2. Ed infatti cadono come mosche.
      Oramai sono 16 anni che organizzo / collaboro alla organizzazione di convention, se è troppo bello per essere vero allora non è vero. (E questo in media vale anche per la vita reale)

      Elimina
    3. Esatto Stefano.
      E' proprio nella mentalità media che si pensa che organizzare un evento sia cosa da nulla (l'ho scritto nel post e lo ripeterò allo sfinimento).

      Elimina